O voi corolle dorate che siete orgoglio del mese della
genitrice
O voi corolle dorate
che dalla patria di Dante venite
O voi corolle dorate che come il metallo invecchiate e
ramate vi fate
O voi corolle dorate che con il polline ogni ape fate felice
O voi corolle dorate che vi colorate anche di magenta
e che emanate un amaro
profumo
che dagli occhi manda
via il fumo.
Per voi che al
tramonto sembrate una madre che pazienta
A voi che portate anche il nome di Giaggiolo,
al ciel mandate
mille incensi
che son a dar tranquillità propensi e che la fantasia fanno
partire in volo
Voi piantine cui l’ uomo è sempre intento a coltivare
che fate di questa poesia una melodia floreale
e che siete del tutto estranee al male
A voi corolle dorate
che Iris vi fate chiamare
Irene
Via la solitudine
Via la solitudine con la Primavera
A primavera sbocciano i fiori
A primavera le giornate si rincorrono e passano veloci
A primavera gli animali si risvegliano dal letargo
A primavera tutti sono più allegri
La primavera è una dolce tortura,
che nella memoria rimane limpida e pura;
è una stagione che consola
ogni anima sola.
A Maggio c'è un'atmosfera
che cresce soprattutto la sera.
I campi di papaveri rossi
coprono i buchi e i tristi fossi.
Nel cielo le rondini sono tornate
e le prime gite sono iniziate.
Il sole è come una guardia
che fissa la terra in una sola stanza.
Martina P.
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